Appena dopo la fine della guerra di liberazione, l'Algeria si interroga sul futuro e su come organizzare la società. Forse con poco ritmo ma un documento molto interessante.
Restauro promosso e finanziato da Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata. In collaborazione con AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Casbah Entertainment e Cinémathèque algérienne. Le Mains libres è stato restaurato in 4K a partire da una copia 35mm Technicolor con parti Eastmancolor di prima generazione conservata negli archivi di AAMOD. Il restauro ha consentito di minimizzare gli aloni rossi e verdi causati dal disallineamento delle matrici Technicolor in fase di stampa e di restituire l’originale bianco e nero alle immagini di repertorio stampate su pellicola colore. Il colore delle parti Eastmancolor risultava fortemente decaduto e durante il grading non è sempre stato possibile ritrovare i colori originali.
Mi sono imbattuta in Les Mains libres durante le ricerche per il mio progetto per la Biennale di Venezia Dreams Have No Titles, incentrato sul cinema militante e sulle coproduzioni tra Algeria, Francia e Italia. Anche se il titolo era citato spesso, le informazioni dettagliate erano molto poche. Prodotto da Casbah Film (che avrebbe poi contribuito a finanziare La battaglia di Algeri di Pontecorvo), Les Mains libres fu girato dal regista italiano Ennio Lorenzini nel 1964, appena due anni dopo la liberazione dal colonizzatore francese, e fu la prima produzione internazionale algerina. Con il passare del tempo mi sono sempre più interessata a questo film che era rimasto invisibile per cinquantasette anni! Alcuni articoli pubblicati dal quotidiano “Alger républicain” e dai “Cahiers du cinéma” confermavano che era stato presentato in anteprima al cinema L’Afrique di Algeri e che in seguito era stato proiettato in una sezione collaterale del festival di Cannes nel 1965. Dopo vari mesi di indagini, all’AAMOD è spuntata una copia 35mm di Les Mains libres, e grazie alla collaborazione tra l’Institut français e la Cineteca di Bologna ho potuto visionare il film, che è stato poi restaurato. Mi ha commosso molto scoprire non solo il neonato stato algerino a colori, spettacolo raro all’epoca, ma anche una nazione sfaccettata, lontana dalla visione semplicistica creata dalla stampa e dall’esercito francesi. Per la prima volta è stato possibile vedere filmati che abbracciavano tutto il territorio dell’Algeria e ammirare la ricchezza dei suoi paesaggi e la varietà delle sue tradizioni. In sintonia con l’estetica del cinema militante dell’epoca, Les Mains libres presenta una ricca gamma di materiali d’archivio relativi alla guerra d’Algeria: foto, filmati, ritagli di giornali raramente visti prima. Una tale abbondanza di materiali era legata alla presenza dei reporter italiani? Les Mains libres è una scoperta, una testimonianza politica e militante delle persistenti tracce della colonizzazione e delle discussioni che seguono la riconquista della libertà. Una domanda resta aperta: perché il titolo iniziale Tronc de figuier (letteralmente “Tronco di fico”) – affibbiato agli algerini dai coloni francesi – finì per diventare Les Mains libres?
Zineb Sedira
T. alt.: Tronc du figuier. Scen.: Ennio Lorenzini, Giovanni Riccioli. Commento: S. Bagdadi. F.: Claudio Racca. M.: Mario Serandrei. Prod.: Noureddine per Casbah Film Alger. DCP. Col.
Regia: Ennio Lorenzini
Anno: 1964
Paese: Algeria
Durata: 56'
Versione del film
Versione francese con sottotitoli inglesi
Audio
Sonoro
Edizione
2022
Sezione
CINEMALIBERO
cose fatte piatto kebab davanti all'Arlecchino consente di mangiare proteine e verdure senza c...
Made By Human Race. 2022, powered by Jekyll Garden