Perché qualcuno lascia la propria casa per cercare rifugio altrove? Questa domanda è al centro di Tau Ban No Hoi di Ann Hui, che racconta le traversie di coloro che lasciarono il Vietnam dopo la caduta di Saigon. Realizzato durante la nouvelle vague cinematografica di Hong Kong e la seconda ondata di profughi vietnamiti, il film di Hui fornisce una risposta cruda e commovente a quella domanda documentando la vita del Vietnam postbellico e mostrando come la violenza, l’assenza di libertà e la disperazione abbiano costretto la gente a rischiare tutto salendo su quelle barche. Tau Ban No Hoi offre una delle prime rappresentazioni cinematografiche dei profughi vietnamiti e conclude la ‘trilogia del Vietnam’ di Hui: dopo The Boy from Vietnam (1978) e The Story of Woo Viet (1981), l’ultimo film della trilogia distilla le tematiche di fondo dei primi due e si concentra sulle forze trainanti della migrazione dei rifugiati. È stato realizzato quando la maggior parte dei migranti non aveva accesso agli strumenti di autorappresentazione, quando i rifugiati erano visti soprattutto attraverso i titoli dei giornali e le politiche governative. Anche se negli ultimi decenni vi sono stati scrittori, artisti visivi e registi vietnamiti che hanno iniziato a raccontare le proprie storie, Tau Ban No Hoi resta un’opera rara e fondante, che ritrae i rifugiati vietnamiti come soggetti degni di contemplazione narrativa ed etica. Alla fine degli anni Settanta e all’inizio degli anni Ottanta i “boat people” in fuga dal Vietnam sbarcavano regolarmente nei paesi vicini […]. Il film di Hui ha offerto un contesto cruciale a questa situazione sociale, ritraendo i richiedenti asilo vietnamiti prima della loro fuga e documentando le condizioni che producevano il loro esilio. […] Per gli spettatori come me, che sono intimamente legati a questa storia di migrazione forzata, Tau Ban No Hoi è una straordinaria istantanea della nostra realtà che cattura l’eco emotiva della nostra fuga dal Vietnam. Quasi cinquant’anni dopo la ‘fine’ della Guerra del Vietnam, il film di Hui rimane un’importante testimonianza sul retaggio della guerra, incentrandosi non sul dramma della geopolitica ma sui costi enormi per le vite umane.
Vinh Nguyen, Ann Hui’s Boat People: Documenting Vietnamese Refugees in Hong Kong, in Looking Back on the Vietnam War: Twenty-First Century Perspectives, Rutgers University Press, New Brunswick 2016
CAST AND CREDITS Sog.: Tin Goh. Scen.: Chiu Kang-Chien. F.: Wong Chung-Gei. M.: Kin Kin. Scgf.: Tony Au Ting-Ping. Mus.: Law Wing-Fai. Int.: George Lam (Shiomi Akutagawa), Season Ma (Cam Nuong), Cora Miao (la proprietaria del bar), Andy Lau (To Minh), Hao Jia-Ling (la madre di Cam Nuong), Qi Meng-Shi (Nguyen), Jia Mei-Ying (Le Van Quyen), Lin Shu-Jin (Vu), Guo Jun-Yi (Van Lang), Wu Shu-Jun (Van Nhac), Cheung Tung-Sing (il dottore). Prod.: Hsia Meng per Bluebird Movie Enterprises Ltd. DCP. D.: 109’. Col.
IN BREVE Titolo Internazionale Boat People Regia: Ann Hui Anno: 1982 Paese: Hong Kong Durata: 109' Versione del film Versione cantonese e giapponese con sottotitoli inglesi
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